"Per strada, all'ingresso dell'Arcivescovado, con un banchino pieno distribuivamo generi di primo soccorso"


Testimonianza di Massimo Fabbri (I)

Avevo 15 anni e me la ricordo come un'esperienza bellissima anche perché abitavo in via Circondaria, una zona che non fu raggiunta dalle acque. La sera del 4 novembre, dopo una giornata passata in casa a causa del maltempo, mio padre decise di uscire verso le 18 e di portarmi con se. All'ingresso di piazza Sant'Jacopino trovammo un carro armato che impediva l'accesso: l'acqua aveva allagato la piazza, le strade vicine erano come fiumi. Fu in quel momento che sapemmo dell'alluvione.

Il giorno 6 riuscii a raggiungere il centro insieme ad un amico. Avevamo saputo che all'Arcivescovado era stato creato un punto di pronto soccorso e distribuzione farmaci e avevano bisogno di aiuto per accogliere le persone e smistarle a seconda dei loro bisogni. Noi due fummo sistemati per strada, all'ingresso dell'Arcivescovado, con un banchino pieno di generi di primo soccorso. I casi più seri, ai quali non bastava un'aspirina e lo sciroppo per la tosse, venivano dirottati ai piani superiori dove lavoravano medici e infermieri.

Il numero delle persone che venivano era incredibile. Passavamo cos" tutta la giornata con un breve stacco per il pranzo fatto con le "razioni K" dell'esercito americano. Un'autocisterna proveniente da Camp Derby stazionava in Piazza San Giovanni per il rifornimento dell'acqua e i militari americani distribuivano oltre a quella anche le famose razioni.



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