Un "Angelo del fango" che c'era anche durante la tragedia del Vayont e durante l'alluvione della Versilia nel giugno scorso.


Testimonianza di Salvatore Franchino (I)

"Arrivai a Firenze nel 1961 da Senise, in provincia di Potenza dove facevo il falegname. Venni a Firenze perché avevo la passione per l'arte e volevo imparare a restaurare. Così per tre anni lavorai per una ditta che faceva restauri delle opere lignee per conto dei Beni Culturali.

Nel 1966, quando arrivò l'alluvione, avevo 25 anni e per una settimana il mio compito fu quello di portare cibo alle persone che erano bloccate in casa, soprattutto anziani. Ricordo che una volta un anziano al quale avevo portato il pane, non era interessato tanto al cibo e mi chiese se gli avevo portato le sigarette.


Salvatore Franchino partecipa al recupero del Cristo di Cimabue

Dopo una settimana fui spostato nella sacrestia della chiesa di Santa Croce, dove partecipai al recupero del crocifisso del Cimabue. Poi lavorai in San Marco e in S.S. Annunziata.

Faccio il volontario dal 1963. Quando successe la tragedia del Vayont andai ad aiutare le popolazioni rischiando di perdere il posto di lavoro. A quei tempi non esisteva la Protezione Civile. Ora faccio parte della Fratellanza Militare di Firenze e sono andato come volontario in Versilia in occasione dell'alluvione del Giugno scorso.



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