Soprintendenza
Archeologica
della Toscana
Scavi Archeologici
Arezzo

Direzione: Dr.a P.Zamarchi

H    O    M    E

AREA ARCHEOLOGICA DI AREZZO

L'antica Arezzo, sorta sulle colline prospicienti la valle del Clanis, era considerata da Strabone la città etrusca più interna.
Per la sua posizione, essa costituiva il centro naturale della popolazione agricola sparsa nella fertile Val di Chiana e nacque, forse come avamposto di Chiusi, nel momento della massima espansione etrusca verso Nord ( VI se. a.C. ).
Se scarsi sono i dati archeologici dell'abitato, più consistenti sono invece le tracce dei numerosi ed importanti santuari che ospitavano celebri ex voto, quali la famosa Chimera in bronzo, oggi nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze, ed i cui edifici erano ornati da terracotte di grande rilievo estetico, dovute ad un'affermata scuola coroplastica locale ( piazza San Jacopo, via Roma, etc. ).
All'area urbana, circondata da una cinta di grandi blocchi di pietra, faceva riscontro l'ampia necropoli di Poggio Sole, formatasi nel VI sec. a.C. ed utilizzata fino all'età romana.

Della notevole prosperità economica di cui Arezzo godette per tutta l'età ellenistica e la successiva età romana sono indizio i complessi monumentali quale quello di San Cornelio-Castelsecco, imponente santuario extraurbano, forse del II sec. a.C., che ricevette più tardi un'imponente sistemazione scenografica con la presenza di un binomio teatro-tempio, su modello degli analoghi santuari laziali.
Entrata nell'orbita di Roma e divenuta municipium, era dotata di grandi edifici pubblici, come il complesso delle terme e del teatro, posto nei pressi della Fortezza, e il Foro, che doveva verosimilmente trovarsi in un'area compresa tra Porta Crucifera e piazza Vasari, mentre varie zone residenziali sono state recentemente individuate in piazza Vasari, via Albergotti, via dei Pescioni, piazza Colcitrone, San Niccolò, via Cesalpino, etc.
Nel I sec. d.C., epoca del massimo splendore della città per il fiorire dell'industria di ceramica 'sigillata', i cui splendidi esemplari possono essere ammirati nel Museo Archeologico 'Gaio Cilnio Mecenate', Arezzo continuò ad espandersi fino alle pendici delle colline di San Pietro e San Donato ( aree precedentemente occupate da sepolcreti ed officine ) ed ebbe come limite estremo le vie Crispi e Guadagnoli, dove furono eretti, nel II sec. d.C., un ninfeo e l'anfiteatro, che oggi accoglie il Museo Archeologico.




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