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 Le terre del Rinascimento
 
 
  
        L'itinerario inizia infatti alla 
        Pieve dei SS. Ippolito e Cassiano, eretta nell'XI secolo lungo l'antica 
        strada medievale di raccordo con la via Francigena (oggi strada provinciale 
        che va da Ginestra a Montelupo). La chiesa ha una semplice struttura a 
        croce latina, con una facciata asimmetrica e una bella torre campanaria. 
        Proseguendo lungo la strada, l'arrivo a Montelupo è tra i più 
        suggestivi: traversato l'antico Ponte sulla Pesa si arriva al centro della 
        cittadina, ricco di testimoninze di altissimo livello artistico. Dal centrale 
        Corso Garibaldi, imboccando a sinistra via Baccio Sinibaldi (architetto 
        e scultore meglio noto come Baccio da Montelupo), si arriva alla Pieve 
        di San Giovanni Evangelista (al suo interno una Madonna in trono attribuita 
        al Botticelli e alla sua scuola). Più avanti sorge il Palazzo Pretorio, 
        adorno di stemmi podestarili maiolicati e oggi sede dello straordinario 
        Museo Archeologico e della Ceramica, inaugurato nel 1983. Dal Museo, una 
        salita conduce alle rovine del Castello, entro il quale è la Pieve 
        di San Lorenzo, ampliata nel Rinascimento. 
        Prima di lasciare Montelupo, consigliamo una passeggiata alla scoperta 
        dei negozi di ceramiche artistiche. 
         
             Vinci, vista panoramica col castello dei Conti Guidi
  Invece di percorrere la statale per Empoli, conviene ora fare una 
          sosta all'Oratorio dell'Erta, per poi deviare verso la Villa Medicea 
          dell'Ambrogiana, forse disegnato nel '500 da Bernardo Buontalenti e 
          oggi sede dell'O.P.G. Lasciandosi alle spalle la villa si prosegue per 
          Fibbiana, dove è la poderosa Villa Mannelli, e per Pontorme, 
          sobborgo di Empoli e luogo natale del pittore Jacopo 
          Carrucci, in arte Pontormo (1494-1556), che nella chiesa di San 
          Michele ha lasciato una sua opera giovanile raffigurante i Santi Giovanni 
          Evangelista e Michele Arcangelo. 
          La visita di Empoli, patria del vetro, non può che cominciare 
          da piazza Farinata degli Uberti. Qui si affacciano la splendida Collegiata 
          di Sant'Andrea, ricostruita intorno al 1093, il Palazzo Pretorio e il 
          Palazzo Ghibellino dove si svolse (1260) il famoso "parlamento" in cui 
          Farinata degli Uberti salvò Firenze dalla distruzione. Insieme 
          all'importante Museo della Collegiata di Sant'Andrea (opere di Lorenzo 
          Monaco, Filippo Lippi, Antonio Rossellino...), Empoli riserva ancora 
          tre gioielli d'arte: la chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani (1367, 
          con affreschi di Masolino); la 
          chiesa della Madonna del Pozzo e quella di Santa Maria a Ripa (tavola 
          di Jacopo Chimenti detto l'Empoli, 1597). 
          
            Cerreto Guidi, Villa Isabella in una stampa del '700
  Attraversato l'Arno il nostro itinerario prosegue con Vinci (che ospita 
          l'Ufficio turistico delle "Terre del Rinascimento"), dominato dall'ex 
          castello dei Guidi oggi sede del Museo Leonardiano. Accanto, la Biblioteca 
          Leonardiana raccoglie la serie completa delle riproduzioni dei manoscritti 
          e dei disegni di Leonardo. Si consiglia a questo punto una bella passeggiata 
          per la campagna imboccando la "strada verde", l'antico sentiero che 
          dalla piazza del Museo porta alla casa natale di Leonardo nella frazione 
          di Anchiano: qui si può osservare una riproduzione dell'interessante 
          "mappa del Valdarno" disegnata dal maestro. E infine eccoci a Cerreto 
          Guidi, situato tra il Padule di Fuceccio e il Montalbano. Oltrechè 
          ai conti Guidi, che dominarono il castello fin dall'XI secolo, il paese 
          deve il suo nome alle fitte foreste di cerri ricche di selvaggina. Qui 
          (nella frazione di Stabbia) si sono trovati insediamenti di cacciatori 
          dell'Età del Bronzo (XV sec. a.C.). Dopo i conti Guidi, nella 
          seconda metà del Duecento, Cerreto entrò a far parte del 
          contado fiorentino e fu, in seguito, molto amata dai Medici, 
          che vollero costruirvi una delle loro ville di campagna. Progettata 
          dal Buontalenti nel 1565 per Cosimo 
          I con un impianto molto simile al Forte 
          Belvedere, la villa è tristemente famosa per essere stata, 
          nel 1576, scenario dell'assassinio di Isabella de' Medici, strangolata 
          per gelosia dal marito Paolo Giordano Orsini. 
          
       
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